






la Misericordia
di e con Lucilla Giagnoni
Musiche Paolo Pizzimenti
Visual Massimo Violato
si ringrazia:
Maria Grazia Panigada
Assessorato alla cultura di Bergamo
“Beati i misericordiosi, perché riceveranno Misericordia”
A partire dalla Misericordia come virtù della reciprocità, l’interpretazione di Lucilla Giagnoni ci guiderà in un percorso antropologico e spirituale: la beatitudine evangelica della Misericordia si erge a virtù morale e condivisa del vivere civile.
La rappresentazione dell’incontro tra fede e dimensione civica nella vita di comunità prende forma sullo sfondo del Duomo e del Palazzo della Ragione, luogo di intreccio tra l’autorità religiosa e il potere civile, per celebrare un valore condiviso, quello di Misericordia appunto, le cui radici affondano nella storia antica.
Pacem in terris
di e con Lucilla Giagnoni
Collaborazione ai testi Maria Rosa Pantè
Musiche Paolo Pizzimenti
Visual Massimo Violato
Consulenza e supervisione Giannino Piana
LITTERAE ENCYCLICAE
PACEM IN TERRIS
SUMMI PONTIFICIS
IOANNIS PP. XXIII
AD PATRIARCHAS, PRIMATES,
ARCHIEPISCOPOS, EPISCOPOS
ALIOSQUE LOCORUM ORDINARIOS,
PACEM ET COMMUNIONEM
CUM APOSTOLICA SEDE HABENTES,
CLERO ET CHRISTIFIDELIBUS
TOTIUS ORBIS ITEMQUE UNIVERSIS
BONAE VOLUNTATIS HOMINIBUS:
DE PACE OMIUM GENTIUM
IN VERITATE, IUSTITIA,
CARITATE, LIBERTATE CONSTITUENDA
Mondializzazione, diritti umani, individuali e politici, diritti delle donne, dei deboli, delle minoranze, delle altre confessioni religiose, rapporti sociali, lavoro, educazione, cultura, Pace: sono i temi portanti della Pacem in Terris e i più vengono messi in luce per la prima volta.
Viviamo un tempo che stentiamo a capire. Forse è già capitato in passato di non riuscire a comprendere il presente, ma sicuramente queste nostre generazioni, nate dopo il grande massacro della seconda guerra mondiale stanno vivendo un evento unico nella storia di tutta l’umanità: la “mondializzazione”, fenomeno che nella sua degenerazione è ormai noto come “globalizzazione”.
Le conquiste della scienza, della tecnica, dell’arte sono ormai fenomeni mondiali, ma lo sono diventati anche i problemi e le difficoltà. E nessuno sembra avere soluzioni, perché non si trova mai il bandolo o dove siano le responsabilità. Ci sentiamo spezzati, impotenti, a brandelli. Così esplodono le crisi, i conflitti.
Shalom nelle Bibbia vuol dire “Pace” ma anche “tutto intero”: essere in pace significa essere sicuro o completo e, di conseguenza, essere amichevole o ricambiare. Shalom-Pace sembra contenere una speranza di completezza per l'individuo, all'interno delle relazioni sociali e per il mondo intero.
Solo nella Pace l’Essere Umano può essere interamente Umano.
la Speranza
virtù poetica e politica
una Meditazione Teatrale
o una Profezia
di e con Lucilla Giagnoni
Musiche Paolo Pizzimenti
Dopo aver scritto e rappresentato negli ultimi dieci anni in tutta Italia meditazioni teatrali di tensione spirituale, tra cui spicca quella sulla Misericordia, Lucilla Giagnoni porta avanti la riflessione sulle Virtù, intese come forze e qualità dell'essere umano che hanno il potere di spalancarci la strada per la beatitudine, cioè per la felicità. È una strada su cui tutti possono camminare, è pellegrinaggio ed esplorazione, ricerca, lavoro, pratica, esperienza, attenzione, che rende la vita densa, appagante e degna di essere vissuta.
Al centro di questa nuova meditazione i grandi maestri della parola, coloro che hanno la potenza di accendere di Speranza i momenti più bui: Clarice Lispector, Etty Hillesum, Mary Oliver, Emily Dickinson, Giacomo Leopardi, Charles Peguy, e, naturalmente, l'immenso Dante.
Le parole di Lucilla guidano il pubblico nella comprensione del vero significato del vivere nella speranza: coltivare giorno per giorno uno
sguardo capace di immergersi nella vita fino alle profondità più buie, riemergere alla luce e operare nel presente facendo nuove le cose. Vivere nella Speranza vuol dire condividere il dinamismo del mondo, mirando ad un "oltre" che costruisce, anche politicamente, il presente. Lo sguardo di chi vede questo oltre non è solo quello di chi ha Fede ma anche lo sguardo Poetico. La Poesia è sempre voce di Speranza.
“Quante volte le parole di un poeta o di uno scrittore o scrittrice ci hanno trasmesso l'energia per prendere in mano la nostra vita e farla rifiorire? Il percorso della Meditazione, che oggi definisco anche Profezia, attraversa e incarna le loro parole intrecciandole ad una prospettiva psicologica, teologica e politica.” Lucilla Giagnoni
PROFEZIA
Da Pro-Femì
Femì: io parlo
Pro: per, prima, di fronte, in profondità.
La parola teatrale è sempre una Profezia.
È la parola detta in faccia, detta prima, detta per Te.
È una visione, che profeti/e condividono con Te, spettatore/trice.
Ciò che ho visto in profondità, per Te.
Le PROFEZIE nel mio percorso di ricercatrice e artista:
dopo aver prodotto due trilogie di spettacoli (Trilogia della Spiritualità, Trilogia dell'Umanità) ho dato il via alla Trilogia della Generatività con lo spettacolo Anima mundi,
e poi, le meditazioni teatrali, che ho portate nei luoghi più impensabili della terra, dalla cime dei monti, alle grotte più profonde, dalle chiese, ai poligoni di tiro.
Ora mi accorgo che i miei pensieri e le parole sono fioriti proprio grazie a questo lungo pellegrinare e che essere teatrante mi permette ogni sera di “incarnarli" per Te che vieni per ascoltarmi.
Per questo, chiamo ora queste Meditazioni, Profezie.
La mia Speranza è che il mio modo di guardare e dunque di stare al mondo attraverso il pensiero del cuore o lo sguardo poetico (chiamiamolo come vogliamo), non solo sia di aiuto ad immaginare il futuro, ma racconti ciò che deve essere ricordato e serva soprattutto a vivere il presente il più intensamente e felicemente possibile.
Lucilla Giagnoni
francesco e l'infinitamente
piccolo
di e con Lucilla Giagnoni
Musiche Paolo Pizzimenti
Francesco d’Assisi: la sua storia e la sua poesia
letture e ragionamenti
ispirati alla lettura del libro di Cristian Bobin
Francesco d’Assisi è forse la figura più sconvolgente che l’Italia abbia prodotto.
In lui si riassumono tutti gli aspetti meravigliosi di un mondo medievale, per noi ormai perduto, che si schiude alla modernità.
E’ la nostra radice, il nostro antenato più nobile, più libero. Mondano e ascetico, combattente, sognatore, teologo e poeta, armato di una fede incrollabile, rivoluzionario fino al limite dell’eresia e nello stesso tempo capace della più umile obbedienza.
E soprattutto gioioso. Ancora oggi ci insegna ad amare e vivere intensamente ogni momento che la vita ci offre, soprattutto quelli, in questa nostra contemporaneità quasi incomprensibile, che ci sembra di non poter tollerare.
Francesco santo fra i santi è infatti un uomo, molto umano, con tutti i suoi difetti. In Francesco il santo e l’uomo sono tutt’uno. Per questo ci è così vicino.
Infinitamente grande e infinitamente piccolo in lui sono la stessa cosa.
Sono nata il giorno di San Francesco. E mi chiamo anche Francesca.
Quando ero piccola mi sentivo importante primo perché ero nata il giorno del patrono di tutti, del santo dei santi. E poi perché quel giorno, quando era appena iniziata, si stava già a casa da scuola.
Così il piccolo- grande, il folle- santo d’Assisi mi sta accanto da sempre.